Suckerfish

I concorsi pubblici

Cominciamo con i Vigili del Fuoco perché l’argomento ci brucia: è d’obbligo riportare uno stralcio di un bando di concorso perché ci si possa rendere conto di questa assurdità: chi balbetta (è il caso di Carlo, giovane di Siena già Vigile del Fuoco volontario) è dichiarato non idoneo al concorso, nel Corpo dei VV.FF., in queste categorie lavorative: 178 posti per autista di mezzi pesanti; 70 posti per idraulico impiantista, 70 posti per elettricista; 70 posti per motorista meccanico; 70 posti per muratore; 70 posti per carrozziere-saldatore; 30 posti per carpentiere in legno; 10 posti per operatore subacqueo; 10 posti per motorista navale; 10 posti per elettrauto; 10 posti per padrone di barca.

E se fa ricorso? Ovviamente gli viene respinto!

E se scrive al Maurizio Costanzo Show per parlare del suo caso? Viene ignorato...

E se si rivolge alla nostra Associazione per essere tutelato?

Noi non possiamo far altro che parlarne perché è ben difficile cambiare questo stato di cose con una “forza contrattuale” ancora troppo debole: circa 300 soci ogni anno non ci permettono ancora di essere un vero e proprio “gruppo di pressione”.

Voglio aprire una parentesi. Il Dott. Claudio Zmarich, unico ricercatore italiano, che opera presso l’Istituto di Fonetica e Dialettologia del CNR di Padova e oggi nostro socio, cercava di spiegarci una volta lo stato pietoso della ricerca/trattamento in Italia e perché noi – persone che balbettano – contiamo ancora poco. Riportiamo i motivi allora elencati:

  • Scarso interesse e scarse risorse pubbliche dedicate alla ricerca;
  • Scarso interesse della sanità pubblica a trattare pazienti che richiedono cicli terapeutici spesso lunghissimi;
  • Assenza di prevenzione (tipico atteggiamento del pediatra di fronte al bambino di 3 anni che già balbetta in modo grave: aspettiamo, vedrete che gli passerà);
  • Scarsa conoscenza della lingua inglese (indispensabile per accedere alle informazioni scientifiche più aggiornate);
  • Quadro normativo sulle professioni coinvolte nella diagnosi e trattamento della balbuzie molto confuso: assenza di una preparazione specifica nei professionisti: le scuole di logopedia prevedono pochissime ore di insegnamento per la balbuzie, e i curricula sono diversi a seconda delle scuole. A livello medico la foniatria (che si proponeva come l'equivalente dello Speech Pathologist nordamericano) sta perdendo colpi e ciò si riflette fatalmente nella formazione degli operatori. Gli psicologi della più varia estrazione si sentono autorizzati dal senso comune (e anche da molti balbuzienti) ad intervenire in modo elettivo sul paziente, ma negli USA la ricerca ha già bandito spiegazioni eziologiche di tipo psicanalitico, e il contributo dello psicologo è spesso utile, ma quasi mai risolutivo;
  • Arretratezza culturale e predominio del pregiudizio, che si rispecchia nel luogo comune che vede il balbuziente come una persona con problemi psicologici, o quando va bene, "timida";
  • Incapacità per il paziente di scegliere tra terapie "buone" e "cattive", e impreparazione del medico di famiglia a dare indicazioni in merito;
  • Assenza di gruppi di pressione a favore dei balbuzienti.

Il caso di Carlo – riportato sopra – che fa il vigile del fuoco tra i volontari, ma che viene escluso dai concorsi per “Balbuzie e personalità emotivamente instabile” è veramente emblematico perché tutta una schiera di psicologi, che niente sanno di balbuzie, associano immancabilmente e automaticamente questo disturbo ad altri termini quali: “personalità emotivamente instabile”, “psicologicamente instabile” in una escalation di termini scemi e ignoranti, fino ad arrivare all’apoteosi: “turbe psichiche della personalità”... Insomma, arrivano a darci del matto! Anche se in questo caso, ad onore del vero, l’imbecille è un medico di base che non voleva autorizzare il rinnovo della patente ad una nostra socia.

Ripetiamo: sono ignoranti! Potremmo citare dozzine di casi in cui una persona che balbetta è stata protagonista di gesti che richiedevano calma, sangue freddo, coraggio. Per non parlare dei “grandi”, ognuno per i compiti che gli competevano: Indro Montanelli, Winston Churchill e Re Giorgio VI in testa.

Studi recenti parlano di chi balbetta come di una persona equilibrata e “normale” come può esserlo un normoloquente. Non per niente vi sono o vi sono stati balbuzienti tra i giudici di Cassazione, tra i docenti universitari, tra importanti uomini politici e religiosi...

Riportiamo un articolo apparso sul “Sunday Times” firmato da Jean Williams, della British Stammering Associations, la quale inizia con il delineare le possibili cause del disturbo: (...) «Infatti, una possibile spiegazione al problema [la balbuzie] sta tenendo occupati gli studiosi da molti anni. Il pensiero corrente è che il fattore predominante sia psicologico. Traumi infantili, rivalità tra fratelli, repressione, perfino il troppo sesso, sono state citate come cause di una eccessiva ansia che si manifesta nella balbuzie. Le  possibili terapie sono quella psicologica, che prova a limitare l'ansia associata alla balbuzie, e la logopedia, che incrementa la fluenza. Ma i terapeuti sospettano che queste spiegazioni siano solo parte di un quadro ben più ampio. “La balbuzie non è solo un problema psicologico”, sostiene Frances Cook, un rutinato terapeuta al ‘Michael Palin Centre for Stammering Children’ di Londra. "Gli studi mostrano che le persone che balbettano non sono più nervose, nevrotiche o impressionabili delle altre". Il punto è che lo stress sembra essere un effetto del balbettare, e non la sua causa. Una nuova affascinante spiegazione dalla causa della balbuzie è emersa da quando ricercatori nel campo della neurologia, radiologia e disturbi della parola hanno cominciato a sospettare che il problema possa essere una ‘deficienza neurologica’. I PET Scanners, apparecchi che producono un'immagine tridimensionale dell'attività biologica nel cervello, hanno permesso ai ricercatori di vedere l'attività del pensare in atto per la prima volta, e queste immagini hanno permesso di rivelare notevoli differenze tra la fisiologia del cervello dei balbuzienti e quella dei normoloquenti. "I balbuzienti usano la parte sbagliata del cervello quando parlano", sostiene Peter Fox, neurologo e direttore di ricerca alla ‘University of Texas Health Science Centre’. Con i suoi collaboratori, Roger e Janis Ingham, entrambi professori di scienza della parola e dell'udito alla ‘California University’, Fox ha riscontrato anomalie neurologiche nel lato destro del cervello dei balbuzienti.  Monitoraggio di non balbuzienti evidenzia un'illuminazione di entrambi i lati del cervello all'atto del parlare, con un'attività più marcata nel sinistro. Al contrario, i balbuzienti mostrano più "punti caldi" nel lato destro, creando interferenze con quella che dovrebbe essere una produzione "a sinistra" della parola. Inoltre, le stesse anomalie compaiono quando il balbuziente è in silenzio e si immagina mentre parla, invece di essere attivate da rumorosi combattimenti per parlare. "L' idea di legare la balbuzie con la parte dominante del cervello non è nuova", spiega Rosemarie Hayhow, una terapeuta dello ‘Speech and Language Therapy Unit Research Unit’ al ‘Frenchay Hospital’ di Bristol. "Nel 1920-1930 la balbuzie si pensava fosse dovuta alla correzione di bambini mancini forzandoli a scrivere con la destra", dice. "La teoria è ancora in voga, ed è per questo motivo che molti la sostengono. Quando guardi un balbuziente parlare, hai l'impressione che stia avvenendo una battaglia all'interno della persona, come se ci fosse uno squilibrio da qualche parte." Tuttavia gli studi non riescono a giungere ad una spiegazione rapida e del tutto esauriente del problema balbuzie. Una grossa difficoltà è che il PET ha bisogno di sostanze radioattive che vengono iniettate nelle vene dei pazienti per tracciarle e, per questo motivo, non è sicuro per i bambini." Questo significa che non c'è modo di dire se la disfunzione ceebrale sia presente dalla nascita, o si sia sviluppata come una conseguenza di anni di balbuzie. È simile al problema dell'uovo e della gallina", dice Cook. "Tuttavia è un'evoluzione interessante e potrebbe aiutarci a identificare quali individui sono più vulnerabili alla balbuzie, o dimostrare quali approcci terapeutici siano più efficaci. Se non altro una spiegazione biologica del problema potrebbe aiutare a rimuovere una parte della vergogna e auto-accusa in molti balbuzienti”».

Mi preme sottolineare il punto dove si dice in modo inequivocabile: “Gli studi mostrano che persone che balbettano non sono più nervose, nevrotiche o impressionabili delle altre”. Che è poi quello che ho sempre pensato e detto per l’esperienza personale che mi ha portato a conoscere oltre 10.000 persone che balbettano: ovviamente vi sono tra queste anche persone emotive, ma ve ne sono di fredde, di intelligenti e di meno intelligenti, di generose e di meno generose, e così via. A qualcuno potrà magari sembrare strano, ma possiamo assicurare di essere persone come tutte le altre, con gli stessi pregi e difetti, che hanno la caratteristica di incespicare nelle parole, chi più chi meno. E questo naturalmente ci porta ad ammettere che certe professioni ci sono precluse: il telecronista sportivo che balbetta finirebbe per restare indietro rispetto all’azione che sta commentando...

Ma i pompieri, via! Montanelli direbbe che è proprio una bischerata, con un termine da noi (in Toscana) molto in uso.

Studi recenti confermano che la “personalità emotivamente instabile” non c’entra per niente. Riportiamo a questo proposito l’articolo pubblicato qualche tempo fa dal “Corriere della Sera”:

«ROMA – Chissà se la ricerca aggiungerà qualcosa sul piano terapeutico. Di sicuro ci permette di sfogliare una nuova pagina sulla balbuzie, il misterioso e, per chi ne soffre, socialmente limitativo disturbo che nel mondo accomuna 55 milioni di persone. E che secondo alcuni scienziati della Tulane University di New Orleans autori di un lavoro pubblicato sulla rivista “Neurology”, dipenderebbe da una diversa conformazione del cervello.

La cause della balbuzie sono organiche?

ORGANICO – Per la prima volta viene dimostrata l’origine organica, funzionale di questo difetto. Per tanti anni era stato ritenuto un problema esclusivamente psicologico. Invece sarebbe la conseguenza di irregolarità di una particolare area del nostro organo pensante. Nei soggetti colpiti, la centrale del linguaggio, che appunto sovrintende all’attività orale, è differente da quella dei «normali». Più estesa e irregolare. Non solo, anche tra i balbuzienti ci sarebbero delle differenze cerebrali, in particolare tra mancini e destrorsi e tra uomini e donne. I ricercatori della Louisiana, coordinati da Anne L. Foundas giovandosi di una struttura all’avanguardia nel campo della diagnostica per immagini hanno utilizzato degli schermi speciali per osservare il cervello di 16 pazienti. Le fotografie sono state confrontate con quelle di altrettanti soggetti senza problemi di linguaggio. Risultato: i balbuzienti hanno i lobi temporali sinistro e destro significativamente più ampi e la forma di queste due parti non è sovrapponibile. «Il nostro studio contiene la prima, forte evidenza che variazioni anatomiche nel cervello deputate al linguaggio possono essere associate all’aumento del rischio per lo sviluppo della balbuzie», conclude la Foundas, sicura che la sua scoperta possa in futuro incidere sul modo di trattare il difetto. Secondo la neurologa, infatti, sarà possibile diversificare gli interventi terapeutici.

DA DEMOSTENE A LENIN – L’affermazione non convince Pierluigi Zoccolotti, neuropsicologo dell’Istituto scientifico Santa Lucia, uno dei fiori all’occhiello della riabilitazione in Italia «Mi sembra una ricerca molto interessante, che conferma le teorie sull’origine organica, e non solo psicologica, della balbuzie. Ma non vedo che cosa potrà cambiare sul piano delle cure. Attenzione però: lo studio parla di differenze anatomiche e non di lesioni Non vorrei si credesse che queste persone hanno qualcosa in meno rispetto alle altre. Anzi la stranezza del disturbo dipende proprio dal fatto che non è correlato ad handicap mentali di nessun genere». Basti ricordare alcuni malati famosi, da Demostene a Mosè, da Washington a Darwin, da Lenin a Churchill.

BAMBINI – Parole pronunciate con esitazione o ripetute più volte, blocchi improvvisi, uso frequente di intercalazioni, rossore, sudorazione, tic, smorfie e sopracciglia aggrottate per lo sforzo. Di balbuzie, nelle forme lievi o gravi, soffre dal 2 al 4% della popolazione. Primi sintomi tra 2 e 4 anni. «Poi il bambino può migliorare spontaneamente – ripercorre le tappe del disturbo Anna Iudica, logopedista del Santa Lucia, che da 20 anni insegna ad adulti e ragazzi come governare quei faticosi inceppamenti –. Alcune forme, invece, evolvono in una vera e propria balbuzie stabile e non più risolvibile in modo naturale». L’età cruciale è tra gli 8 e i 9 anni ed è a questo punto che si consiglia un percorso terapeutico. Molti i perché senza risposta. Non si sa per quale motivo i più colpiti siano i maschi, mentre le femmine balbuzienti siano in netta minoranza. Né per quale motivo la difficoltà a tirar fuori le parole subentri quando ci sono uno o più interlocutori. «Se si trova da solo, bisbiglia, canta o recita, immedesimandosi nella parte di un altro, il bambino non balbetta – spiega la Iudica –. Quindi il suo linguaggio è perfettamente funzionante dal punto di vista dell’articolazione. Si scombina nel confronto con gli altri».

TERAPIE – È storia il sassolino che il grande oratore Demostene si infilava sotto la lingua per non incespicare nelle sillabe. Oggi per guarire vengono proposte le tecniche più svariate. Ma per la prima cura non c’è bisogno del medico, bastano la comprensione e l’indulgenza di genitori e insegnanti. Mai rimbrottare il bambino, mai correggerlo, mantenere un comportamento assolutamente normale per non farlo sentire diverso e ridicolo.

Margherita De Bac »

Abbiamo un altro caso di un giovane non ammesso ad un concorso nei Vigili del Fuoco. Egli ci scrive:

“...Questo non è l’unico concorso a cui ho partecipato, ma in tutti siamo discriminati. Nei test psicoattitudinali ti fanno immancabilmente la solita domanda: “Hai difficoltà di pronuncia?” Facile immaginare il risultato se si risponde sì e si ha un bel rispondere no: quando sai che dal tuo modo di parlare dipende l’ammissione o meno al concorso, parli così male come mai in vita tua! (...) Visto che venivo regolarmente scartato da tutti i concorsi, ho presentato domanda per il riconoscimento dell’invalidità civile, per rientrare nelle categorie speciali. Però non ho diritto al 46% che mi procurerebbe un posto di lavoro. Allego la risposta della ASL: mi hanno riconosciuto il 35%, dandomi sì il marchio dell’invalido civile, ma senza riconoscermi alcun diritto...”.

“Becchi e bastonati”, si dice dalle nostre parti!

Diverso il discorso per i concorsi a vigile urbano. Abbiamo due bandi di concorso, entrambi di comuni della provincia di Torino. In quello di Pecetto Torinese – al punto 4 delle cause di non idoneità – si legge: “Malformazioni e malattie della bocca, balbuzie e disfonie...”. In quello di Rivoli non si esclude chicchessia a priori: ci si limita a precisare che “l’Amministrazione ha facoltà di sottoporre a visita medica di controllo i vincitori del concorso, in base alla normativa vigente”.

Rimane da vedere come verrebbe giudicato un balbuziente che avesse la sfrontatezza di vincere il concorso...

Abbiamo poi il “REGOLAMENTO SPECIALE DEL CORPO DI POLIZIA MUNICIPALE” del Comune di Padova, in vigore dal Dicembre 2010. Anche qui, all’«Art. 13 bis - Requisiti psico-fisici», la balbuzie è causa di non idoneità. Tale regolamento è considerato un po’ astruso, tanto da meritarsi un articolo ironico del Corriere del Veneto in data 18 Novembre 2011. Questi ultimi 2 doumenti possono essere scaricati alla pagina del Servizio militare.