Suckerfish

Agli insegnanti

È bene che gli insegnanti sappiano alcune notizie sulla balbuzie per potersi adeguatamente regolare in sede di valutazione, di programmazione nonché di scelta degli strumenti di verifica.
 

[Dal libro “Qualche volta io balbetto”]

“Avrete osservato come la balbuzie varia da soggetto a soggetto ed è diversa da momento a momento, a volte anche nello stesso soggetto: per questo motivo è così difficile da gestire. È anche possibile che la balbuzie di quel particolare ragazzo non dia fastidio e non sia un problema per voi, ma è anche possibile che gli altri ragazzi reagiscano alla balbuzie del compagno creando in voi insicurezza sul modo di affrontarla.

Spesso gli insegnanti pongono diverse domande:

  • Posso essere d’aiuto?
  • Devo far leggere il bambino/ragazzo ad alta voce?
  • Dovrei parlare della balbuzie col bambino/ragazzo?
  • Potrei discuterne con tutta la classe?
  • Dovrei ignorarla?
  • Devo guardare il bambino quando balbetta oppure devo distogliere lo sguardo?
È importante che il bambino che balbetta non riceva trattamenti di favore o sia escluso da attività di classe

Queste sono domande legittime, ma le risposte differiscono a seconda del bambino/ragazzo che balbetta.

Si potrebbe iniziare a chiedergli se è seguito in terapia e mettersi in contatto con la logopedista o con i genitori per consigli specifici che gli permettano di integrarsi nella classe e di affrontare le varie situazioni.

La maggior parte dei bambini e ragazzi che balbettano non amano essere messi in disparte o sentirsi diversi dagli altri, quindi occorre essere sicuri che chi balbetta non riceva trattamenti di favore o sia escluso da attività di classe.

Se la balbuzie è molto grave, è consigliabile prendere in disparte il bambino/ragazzo ed affrontare il problema apertamente.

Alcuni si sentiranno sollevati ed apprezzeranno il gesto, mentre altri rifiuteranno l’argomento: qualsiasi cosa accada, non forzateli e rispettate la loro scelta.

La balbuzie è imbarazzante e dura sia per lui sia per voi, quindi ricordatevi che chi ha questo problema ha bisogno di tutto il sostegno emotivo possibile. Sarà d’aiuto accettare il bambino/ragazzo per quello che è, oltre che ad essere comprensivi ed offrire sostegno, non necessariamente in modo palese. Lui lo percepirà e si sentirà molto più sicuro.
 

Qualche suggerimento

  1. È inutile dare al ragazzo alcuni consigli, anche se in apparenza giusti: “parla più piano”, “calmati”, “respira profondamente”... Questi consigli il ragazzo li ha già sentiti – ripetutamente e senza risultati – fin da quando ha iniziato a balbettare. Finirebbero solo per seccarlo e suscitargli addirittura più ansia.
  2. Cercate di fargli finire la frase anche se avete intuito la parola che non riesce a dire. Chi balbetta prova fastidio e sofferenza quando qualcuno gli suggerisce una parola. Figuriamoci poi se la parola non è quella che aveva in mente...
  3. Concedete al ragazzo il tempo necessario sia nelle interrogazioni che durante i suoi interventi, facendogli anzi presente che nessuno gli mette fretta.
  4. Sarebbe anche utile fargli da modello, parlandogli con calma e facendo opportune pause, anche frequenti.
  5. Anche i compagni di classe potrebbero essergli di grande aiuto imparando a rispettare i turni e cercando di non “parlarsi addosso”. Questa è oltre tutto una buona regola di una corretta comunicazione.
  6. Altra cosa utile: rimandargli un buon feedback, per esempio attraverso un buon contatto oculare e giuste espressioni facciali, per fargli capire che si sta prestando attenzione a cosa dice e non a come lo dice.
  7. Aiutare il bambino o il ragazzo a parlare liberamente e senza vergogna della sua balbuzie, magari sollecitando qualche compagno a parlare di un loro problema: obesità, miopia, ecc.

Situazioni che disturbano la fluenza

[Da: Julie Mazzucca-Peter, speech therapist, Metropolitan School Board, Toronto – Traduzione, revisione e adattamento a cura dell’AIBACOM APS]
  1. Perdita di attenzione da parte dell’ascoltatore: se la sua attenzione viene meno, l’alunno continuerà a ripetere la parola fino a quando l’attenzione verrà ristabilita. Ascoltate quindi con attenzione.
  2. Interruzioni: a tutti noi dà fastidio essere interrotti di continuo quando parliamo. Fate finire di parlare senza interrompere.
  3. Molte persone diventano disfluenti quando devono lottare per avere il tempo di parlare: date a tutti l’opportunità di parlare, non soltanto ai più loquaci.
  4. Pressione temporale: la disfluenza aumenta quando si parla più velocemente. Quindi è bene non mettere fretta all’alunno che balbetta. Compiti da eseguire velocemente e interrogazioni fatte in modo incalzante, esercitano troppa pressione e creano disagio. È sempre bene parlare il più possibile con calma e senza fretta.
  5. Parlare davanti a tutti: tener conto che il bambino e il ragazzo che balbettano hanno maggiori difficoltà a parlare davanti a numerose persone.
  6. Richiesta di parlare: domande improvvise o inattese possono accrescere le esitazioni. Evitate di fare domande del tipo: “Cosa pensi di fare?” o di far raccontare un’esperienza spiacevole o magari di far confessare una “verità” specie se ne siete già al corrente.
  7. Emozioni: paura, dolore, rabbia, umiliazione e frustrazione possono causare difficoltà nel parlare. Non incoraggiate il bambino a parlare mentre è in preda a questi stati d’animo. Potete dimostrare che capite dando voce voi stessi a questi sentimenti. (“Quel rumore ti ha spaventato”, “Ti sei arrabbiato per questo o quel motivo”, ecc.).
  8. Eccitazione: cercate di evitare l’eccessiva stimolazione quando non è necessaria. Sarà di grande aiuto un ambiente scolastico calmo e tranquillo.

Ovviamente molti di questi suggerimenti sono scontati: la sensibilità, il buon senso e l’esperienza dell’insegnante saranno di grande aiuto nel gestire i momenti di tensione e di difficoltà del bambino o del ragazzo che balbetta, sia durante le interrogazioni, sia nei momenti critici nel rapporto con i compagni di classe.