Suckerfish

Chi siamo

La nostra è l’Associazione Italiana di riferimento per quanto riguarda la balbuzie e come tale è membro di ISA (International Stuttering Association, l’organismo che riunisce e coordina le associazioni di tutto il mondo) e di ELSA (European League of Stuttering Association, l’organismo che riunisce invece le associazioni europee). Nel 2006 siamo diventati una ONLUS regolarmente iscritta all’Anagrafe Unica delle Onlus (IPS 060621003) e dal 2019 siamo una Associazione di Promozione Sociale (APS).

Molti anni fa, nel 1967, il nostro Presidente aveva dato vita al primo gruppo di auto aiuto in Italia, che raccoglieva persone balbuzienti della Toscana. Era reduce da alcuni corsi di rieducazione, ma la sua balbuzie, pur attenuatasi col tempo, era alquanto resistente. Quel gruppo continuò la propria attività per circa due anni con incontri settimanali. Alla fine molti dei suoi componenti avevano raggiunto buoni risultati e così decisero di interrompere le loro riunioni.

Quell’esperienza fu così importante per il Presidente che una quindicina di anni più tardi formò a Pisa un nuovo gruppo da cui scaturì, nel 1987, la prima associazione in Italia, “La Lingua Amara”.

Noi dell’AIBACOM siamo i legittimi eredi di quella prima Associazione: promotori ne sono stati il Presidente e il Segretario della Lingua Amara, tutto il gruppo storico di Pisa rimasto ininterrottamente operativo, molti dei vecchi coordinatori provinciali e vecchi soci ed amici di Vicenza, Bari, Napoli, Genova, Salerno, Roma, Milano, Torino, Ragusa, Cagliari, Treviso, Padova...

Dopo che la vecchia Associazione – tra il ‘95 e il ‘98 – aveva attraversato momenti difficili tra inattività, silenzi, nuovi tentativi, ripensamenti, speranze, finalmente nell’Aprile ‘98 siamo ripartiti ed abbiamo costituito la nuova Associazione.

Le motivazioni che ci hanno spinti a riprovare sono molte: la prima in ordine d’importanza è stata la richiesta, divenuta pressante, dei vecchi amici che più volte ci hanno sollecitati a riprendere il cammino interrotto: è stata insomma una esigenza espressa dalla base. Vi era poi il riconosciuto bisogno di promuovere la ricerca e la conoscenza in un settore in cui, almeno in Italia, si è praticamente fermi, attraverso opportuni strumenti: istituzione di borse di studio per tesi di laurea e specializzazione sulla balbuzie; traduzione e pubblicazione anche da noi di testi “seri” ed importanti; promozione di gruppi di auto-aiuto; pubblicazione di un organo di stampa da inviare a tutti i soci; aiuto a chi ha bisogno di opportune terapie ma non ha i mezzi per pagarle; partecipazione ad incontri ed attività in campo europeo e mondiale; e, soprattutto, fare cultura specifica, informazione, sensibilizzazione, dare in definitiva una spallata al muro di ignoranza e di silenzio e di incompetenza che da sempre ci circonda.

Molti di questi progetti li abbiamo realizzati; su altri stiamo lavorando; altri ancora speriamo vadano in porto presto, anche con l’aiuto concreto di chi ci legge: potrà farlo attraverso la sottoscrizione di una quota associativa.

Infine due parole sul nome del nostro periodico (“Libera la Parola”): scelto dopo un brain storming tra molti soci, intende suggerire di liberala non solo e non tanto dalla balbuzie, per quel che è possibile ad ognuno di noi, ma liberarla comunque, farci conoscere per quello che ognuno è e vale.