Adolescenti e balbuzie
Questo articolo è stato tradotto e adattato alla situazione italiana dai siti esteri che sono elencati nella relativa Sezione.
L’adolescenza può essere difficile per tutti, non solo per chi balbetta. I compagni di scuola e gli amici trovano in noi quella “diversità” che possono sfruttare per stuzzicarci. In genere lo fanno per sentirsi meglio con sé stessi. Sfortunatamente la balbuzie è una diversità che gli altri possono facilmente usare per prenderci in giro.
Come possiamo comportarci? Spesso il miglior modo per affrontare questo problema è far capire agli altri che non siamo disturbati dal nostro balbettare. Una delle cose interessanti sulla balbuzie, e di cui non ci rendiamo conto finché non cresciamo, è che se siamo “aperti” nei confronti della balbuzie, questa diventa meno pesante e meno problematica. Gli altri spesso ci prendono in giro per la balbuzie perché non la capiscono. Non ridono perché sono crudeli, ridono perché sono a disagio e magari non sanno come comportarsi. Se “lavoriamo” per metterli a loro agio – accettando la nostra balbuzie e provando a farla capire agli altri – sarà sicuramente meno probabile che ci prendano in giro.
Un altro modo per far sì che la balbuzie sia un problema meno pesante è provare a non nasconderla. Spesso, più ci sforziamo a “non balbettare”, più abbiamo problemi. Se ci permettessimo di balbettare apertamente e senza cercare di nasconderla (con tentativi a volte maldestri), ci sentiremmo più a nostro agio perché mostreremmo una certa apertura nei confronti del problema. Facciamo un’analogia: mettiamo che una compagna di scuola abbia un grosso foruncolo sulla faccia. Come reagireste? Probabilmente vi sentireste a disagio, perché non sapreste se se ne è accorta e – nel caso che lo fosse - non sapreste come si potrebbe sentire. Se lei dicesse: “Cavolo, mi sono svegliata stamattina con questo grosso bubbone sulla fronte e non ci ho potuto fare niente!”, questo ci metterebbe più a nostro agio perché capiremmo che sa di avere quel brufolo e che non ha problemi a dirlo. Allo stesso modo, se faccessimo sapere ai nostri interlocutori che noi siamo a nostro agio con la balbuzie, questo li aiuterebbe a loro volta a sentirsi più rilassati.
Probabilmente hai seguito una terapia focalizzata solo sulla fluenza di linguaggio. Hai imparato cose come la pronuncia lenta, gli attacchi dolci, il parlare prolungato. E se sei come molte altre persone che balbettano, hai scoperto che queste cose a volte funzionano, come ad esempio nella stanza in cui fai terapia o quando ti senti rilassato. Ma altre volte, quando ne avresti realmente bisogno, sembra che queste tecniche non sempre funzionino. Perché? Sinceramente non lo sappiamo con certezza. Ma sappiamo una cosa: la balbuzie cambia. Spesso è frustrante riuscire ad essere fluenti in una situazione piuttosto che in un’altra, o essere più fluenti in alcuni giorni piuttosto che in altri. Questo ci aiuta a capire – e ad accettare – che la fluenza cambia. Ancora più importante è essere paziente con noi stessi quando non siamo capaci di essere fluenti. Non stai facendo niente di sbagliato quando non riesci a parlare correttamente. É importante far sapere agli altri (forse persino al tuo terapista del linguaggio) che la variabilità della balbuzie è uno dei suoi marchi di fabbrica. Per questo sarà meno probabile che la gente pensi che “non ti impegni abbastanza” quando non riesci ad essere sempre fluente.
Forse pensi che essere fluente è possibile ma richiede molto lavoro. A volte desideri di non dover lavorare sempre così tanto per raggiungere certi obiettivi. Non sarebbe una cattiva idea permetterti ogni tanto una pausa da tutto questo lavoro. Forse quando stai rilassandoti a casa, ad esempio, puoi dire ai genitori che per 30 minuti non lavorerai per raggiungere quegli obiettivi, giusto per riposarti un attimo. Pur senza esagerare nel prenderti troppo spesso queste pause, è importante capire che essere fluenti è un lavoro molto impegnativo per chi balbetta, quindi non ti sentire in colpa se ogni tanto ti riposi.
Probabilmente le tue esperienze di terapia non sono state sempre positive. É importante non arrendersi mai con le terapie e scegliere quella più giusta. A volte è necessaio provarne diverse prima di trovare quella che funziona al meglio. Di solito, quando si è bambini, sono gli altri che ci dicono cosa è importante e cosa non lo è. Quando cresciamo, è importante avere un terapista del linguaggio che lavori con noi per fissare degli obiettivi. Piuttosto che dirci quali obiettivi dovremmo avere, un buon terapista ci aiuterà a fissare traguardi che soddisfino i nostri bisogni in quel momento della nostra vita. Forse, ad esempio, vuoi lavorare ad una presentazione orale in classe. Oppure vuoi esercitarti a fare telefonate così puoi invitare le ragazze ad uscire. O puoi preferire una balbuzie fluente piuttosto che una fluenza totale. Un buon terapista del linguaggio ti aiuterà a fissare, gradualmente, i tuoi traguardi personali possibili, perché essendo un adolescente sei nella posizione di iniziare a prendere da solo le decisioni riguardanti la tua vita.
La cosa importante da ricordare è che non sei da solo. Puoi sempre trovare un supporto nell’associazione di riferimento – per l’Italia l’AIBACOM – e attraverso essa avere uno scambio di esperienze e di sfogo con chi ha e vive le tue stesse situazioni.