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Il bambino in età scolare - Testimonianze

Le testimonianze
In questa pagina pubblichiamo le testimonianze più significative relative all’argomento trattato.
Invitiamo gli utenti ad inviarci le loro testimonianze. Quelle più interessanti saranno pubblicate sul sito.

 
[Testimonianze raccolte durante un ciclo di terapia riservato a bambini dai 6 ai 11 anni, 2010]

Io penso che la balbuzie non sia una cosa molto grave perché si può curare. Io balbetto poco però vorrei tanto smettere perché a casa mia non balbetta più nessuno. Prima c’era anche la mia mamma che però si è curata.

Ora sto imparando a parlare bene e sono felice. Sono fiducioso perché la mia mamma ce l’ha fatta.
Stefano, 10 anni


 

Quando balbetto a scuola i miei amici del cuore mi dicono sempre stai calmo, non avere fretta, ma io mi impunto sempre. Però un giorno mamma mi ha proposto di andare in un centro che cura la balbuzie e così abbiamo cominciato qualche giorno fa. Ora mi sento già più tranquillo.

Ci hanno spiegato cosa è la balbuzie e ci hanno chiesto quali sentimenti proviamo. Una cosa mi addolora tanto: è quando sto con la mia famiglia e sento che balbetto solo io e quindi mi sento diverso dai miei familiari, come se fossi uno straniero o un figlio adottato, non so come spiegarlo. È per questo che ho subito accettato di venire in questo centro, per non sentirmi più diverso da tutti gli altri!
Nicolò, 10 anni


 

Sono venuta qui per non balbettare più. Io balbetto di più a casa nella mia famiglia. Un poco balbetta anche la mia mamma. Ancora non vado a scuola, a Settembre vado in prima.

Mi blocco di più quando devo dire cose importanti e l’altro giorno non mi è riuscito dire mamma ti voglio tanto bene. Ero molto triste. Qualche volta penso che sono sfortunata.
Matilde, 5 anni e 9 mesi
(Dettata ad Arianna, la compagna più grande, dalla piccola nominata sul campo sua baby sitter personale)



 

Io ho cominciato a balbettare a 4 anni. Visto che mia mamma e mio papà si preoccupavano, mi hanno mandato da una logopedista dove giocavo. Quando i miei genitori si sono accorti che non serviva a molto, quando avevo 6 anni mi hanno accompagnato per la prima volta a Frascati, vicino a Roma. Sono rimasto lì per 10 giorni e dopo per altri 5 e alla fine ero molto migliorato e parlavo quasi bene. Ora ci sono tornato per rassicurarmi e migliorare ancora, visto che tra un mese dovrò affrontare la prima media. Così sarò ancora più tranquillo e sereno.
Leonardo, 11 anni


 

Io balbetto da quando ero in seconda, cioè avevo sette anni. Quando ero più piccola la mia mamma mi ha portata in un centro della ASL, però non c’era posto e mi hanno messa in un elenco di altri bambini in attesa. Così è passato un anno. Quando siamo tornati alla ASL ci hanno detto che ancora non c’era posto e così è passato un altro anno. Ora sta passando il terzo anno e mi hanno detto che sto diventando troppo grande e tra poco non potranno prendermi più. Ma tanto non mi piaceva molto l’idea che aspettavano a curarmi quando sarò vecchia!
Sofia, 10 anni


 

La mia balbuzie è forte ma io so che in qualche modo potrò risolverla: impegnandomi, applicandomi, credendo in me. Io riesco a fare di tutto quando mi ci metto.

Ho cominciato a balbettare in prima elementare o forse me ne sono accorta solo allora. Poco tempo dopo sono andata da una logopedista. Però con lei abbiamo avuto problemi perché non spiegava niente ai miei genitori e mi faceva fare solo giochi che a quanto pare non sono serviti a niente.

In seguito sono andata da un’altra logopedista che invece sembrava brava. Peccato che stava molto lontana dalla mia città e ci sono potuta andare solo poche volte durante le vacanze.

Dopo ancora un po’ di tempo sono andata dalla terza logopedista che è stata la peggiore di tutte. Ogni martedì pomeriggio mi toccava saltare la scuola per andare da lei che non mi è servita a niente. Per tutto l’anno non ha fatto altro che farsi dettare un testo, che io inventavo e lei scriveva al computer. Potrà anche essere stato utile, ma doveva variare gli esercizi, non farmi fare sempre lo stesso. E poi a me piace tanto mettermi il poncho e la bandana, ma lei diceva che mi tenevano troppo “chiusa” e che mi facevano balbettare di più.

Ora spero di aver trovato la strada giusta. E infatti sto parlando già meglio nonostante porti sempre in testa una delle mie 17 bandane! (Per il poncho fa troppo caldo).
Arianna, 11 anni e mezzo


 

All’inizio può sembrare una cosa da niente, passeggera, ma crescendo la balbuzie può farci davvero male, facendoci così escludere da gruppi di amici e costringendoci pian piano all’isolamento. Alle elementari mi sono sempre sentito diverso, inferiore, rispetto ad altri ragazzi della mia età che parlavano bene. Non riuscivo a stare tanto bene con loro: per quanto io mi sforzassi c’era sempre qualcosa che mi impediva di esprimere le mie opinioni.

Avevo paura di parlare con qualcuno, specialmente in gruppo, paura di rispondere al telefono, paura di chiamare o citofonare agli amici... finiva che restavo spesso solo in casa. Non sopportavo il fatto di balbettare e ogni volta che mi veniva un blocco pensavo a svariate cose: perché balbetto, perché proprio a me doveva succedere questa cosa? Poi ora, col fatto che ho frequentato la prima media, la tensione è aumentata e con questa anche i blocchi e le contrazioni. Mi agita pure il pensiero che crescendo dovrò fare delle nuove amicizie, quindi ricominciare tutto da capo.

Quando balbetto sento qualcosa dentro, come un nodo in gola, le parole non riescono ad uscire: è una sensazione orribile. Sentire gli occhi di chi mi ascolta fissi su di me come per dire: “Dai, muoviti!”, oppure: “E mo’ che ha questo?”. Così spesso rinuncio a parlare e mi tengo tutto dentro. Per questo la stima di me stesso e delle mie capacità è andata via via diminuendo.

Tutto questo è successo prima di cominciare un percorso di terapia della balbuzie: ho incontrato ragazzi col mio stesso problema e questo mi ha offerto la possibilità di socializzare senza la paura di sembrare diverso. Inoltre sento che pian piano sto migliorando nel parlare: questo mi dà forza, la forza e il coraggio di andare avanti.
Daniele, 11 anni e mezzo