Suckerfish

Togliere l’enfasi alla fluenza

Abbandonare il bagaglio emotivo della balbuzie e le gioie ritrovate della fluenza potrà condurre a una parola fluida?

Ajit Harisinghani descrive come è possibile.

Avendo lavorato per oltre 25 anni con giovani adulti che balbettano e accompagnandone molti lungo la strada scivolosa verso la fluenza della parola, io, come numerosi miei colleghi, ho portato i miei pazienti attraverso una sfilza di terapie, molte ordinarie, altre non proprio. Vorrei condividere la mia attuale convinzione su come le circostanze possano essere gestite al meglio dalla persona che balbetta.

Quando si cerca di superare la balbuzie, il punto non è tanto raggiungere una maggiore fluenza verbale, quanto mantenere e stabilizzare il cambiamento raggiunto. Molti pazienti mostrano significativi miglioramenti durante le fasi iniziali della terapia ma gradualmente scivolano indietro nel loro vecchio modo di parlare una volta che la novità della terapia svanisce e l’iniziale euforia diminuisce.

Durante la terapia, il punto non è tanto raggiungere una maggiore fluenza verbale, quanto mantenere e stabilizzare il cambiamento raggiunto

Essere capace di parlare fluentemente in ogni situazione è un obiettivo irreale presente nella mente della persona che balbetta. Esiste un tremendo fascino legato al raggiungimento della fluenza verbale. Un simile punto di vista, seppur comprensibile necessita di essere scoraggiato, dal momento che le fantasie sono eccitanti e tutti gli eccitamenti sono emotivamente destabilizzanti.

Tutte le nostre azioni, incluso l’atto del parlare, sono di natura neuro-muscolare. Il cervello emette segnali elettro-chimici che viaggiano attraverso i nervi e “ordinano” ai muscoli necessari di eseguire specifici movimenti. La facile trasmissione di questi segnali di impulsi elettro-chimici può venir disturbata quando il cervello è eccitato o elettrizzato. La balbuzie è una condizione che si nutre di scombussolamenti emotivi.

La maggioranza delle persone che balbettano ha un così disperato bisogno di fluenza che farebbe qualsiasi cosa per ottenerla. E’ proprio questo bisogno disperato che allontana ulteriormente l’obiettivo.

Quando qualcuno che balbetta mi dice che è pronto a lavorare molto duramente per la fluenza, il mio consiglio per lui è di non usare la forza di volontà per la fluenza. È anzi incoraggiato a non vedere la sua terapia come una prova di resistenza.

Oratori fluenti e capaci sono maestri nella determinazione dei tempi; sanno come far funzionare la loro macchina della parola nel modo più efficace con il minimo sforzo. Il loro sistema “sa” come sincronizzare il flusso dei pensieri; come ottimizzare i tipi di respiro in modo da supportare una potente emissione; come muovere con facilità la lingua e le labbra per facilitare una buona articolazione. Una terapia efficace per superare la balbuzie deve focalizzarsi sullo sviluppo di queste capacità e dovrebbe comprendere un esercizio quotidiano di pratica nella determinazione dei tempi e nella emissione, nelle pause, nella modulazione della sonorità, nel cambiamento delle dinamiche della bocca etc. Con regolarità la persona che balbetta deve far pratica nell’affinare queste capacità.

Quando la sua parola diventa fluente (come spesso succede con questo approccio del “non-fare”), la persona è incoraggiata a prendere questo successo con grande calma. È incoraggiato a non saltare di gioia ogni volta che è fluente. Dovrebbe provare a non cedere al sentimento di aver compiuto un’impresa, dando meno importanza ai progressi nella fluenza, considerandoli come un fatto ordinario, non eccitante.

Dare meno importanza ai progressi nella fluenza e considerarli come un fatto ordinario aiuterà a stabilizzare i miglioramenti raggiunti

Il comportamento balbuziente è così privato del sostegno emotivo di cui necessita per vivere.

Nel corso degli anni, una persona che balbetta ha inevitabilmente escogitato molte strategie per gestire il suo problema di parola. Evitare certe situazioni, sostituire parole che cominciano con suoni “difficili” etc. sono espedienti tipici.

Ma ora, nel momento in cui la persona comincia a diventare più fluente, nuove strategie psicologiche devono essere sviluppate. Mentre un tempo la mente era assorbita nel gestire il parlare balbuziente, ora la persona deve aiutare se stessa a sviluppare un assetto mentale capace di gestire la fluenza appena acquisita. “La parola è lo specchio della mente” e una mente costantemente preoccupata di non balbettare in realtà inciamperà nella disfluenza più spesso.

L’obiettivo finale, in pratica, dovrebbe essere quello di raggiungere uno stato mentale in cui non si è più così disperatamente preoccupati di balbettare o di non balbettare. Ed è importante, per raggiungere questo obiettivo, che non ci si ponga una scadenza.

L’illuminazione può avvenire in un istante!


Ajit Harisinghani, Ms (USA), CCC-Sp, è un terapista del linguaggio a Pune, India.
E-mail: speechfoundation@vsnl.net
Sito internet: www.speechfoundation.com