La speranza
Ci piace concludere questa carrellata di notizie con un messaggio di speranza: poche righe scritte da un ragazzo che aveva allora 13 anni. Era il 1996 e mi ha scritto dopo avere partecipato, qualche mese prima, ad un incontro con genitori di ragazzi balbuzienti, presenti anche questi ultimi. Lui, Alessandro, ne era stato protagonista con un intervento molto sofferto, doloroso.
«Caro Piero, ti scrivo per riassumerti le parole che ho detto a quella riunione. La balbuzie ogni giorno mi colpisce al cuore ed ogni giorno sto male. Certe volte ho pensato di uccidermi, perché tanto la mia vita non vale niente: tutti mi prendono in giro, nessuno mi ascolta. Se adesso sto migliorando nel parlare è grazie all’aiuto vostro, dei miei amici con cui ora parlo del disturbo, ma specialmente di mio padre che ora sa tutta la mia sofferenza e mi è più vicino. Ciao da Ale».
A distanza di qualche anno, Alessandro si è rifatto vivo dopo un suo percorso di crescita e di sviluppo personale:
sono Alessandro, non so se ti ricorderai di me, ma io non ti scorderò mai per il grosso aiuto che mi hai dato.
Sono passati ormai 5 anni dall'ultima volta che ci siamo visti, e nel giorno in cui dovevo partire non ti ho potuto neanche salutare. Ti ricorderai del gruppo di Calambrone e degli amici indimenticabili. Da quando ho lasciato quel posto la mia vita è cambiata e ho acquistato una grossa sicurezza, sono diventato da indifeso a quasi spavaldo: sento che il mondo non mi fa più paura.
Purtroppo ora devo scappare, comunque fammi sapere di più sulla vostra Associazione.
Tanti saluti, Alessandro»