Villaggio Solidale 2011
Dal 17 al 20 Febbraio 2011 l’Aibacom ha partecipato, utilizzando i fondi del 5 per mille, al Salone del volontariato di Lucca “Villaggio Solidale”.
Il nostro stand, nonostante i pochi mezzi, è venuto abbastanza carino, sebbene fosse in mezzo ad altri coloratissimi e ricchissimi, come quelli della Misericordia.
Già dal primo giorno abbiamo avuto una bella soddisfazione con l’intervista fatta a Stefano: due giornalisti di una televisione locale, dopo aver fatto un giro della fiera, hanno ritenuto interessante fare un servizio su di noi perché, come ci hanno detto, “mentre gli altri stand sono tutti di associazioni ben note, della nostra non se ne parla molto”.
Io ho messo velocemente a posto la scrivania e me la sono squagliata, lasciando Stefano in balia dei due assalitori. È venuta fuori una bella cosa perché il nostro vice-presidente ha parlato e spiegato bene ed anche il cronista ha fatto una buona introduzione al servizio; cronista che si è dimostrato piuttosto sensibile al problema perché, avendo la ‘erre moscia’ ci ha raccontato che molta gente continua a prenderlo un po’ in giro per questo.
Abbiamo poi avuto la visita di qualche vecchio conoscente e abbiamo avuto uno scambio con la responsabile dei contatti con le associazioni di volontariato dell’ULSS4 di Vicenza, con l’associazione dei disabili in sedia a rotelle di Massa Carrara e con un professore di teatro, interessati tutti ad una cooperazione per manifestazioni e conferenze varie. Insomma, qualcuno ci ha notati e qualcosa si è mosso.
A mio parere è stata un’esperienza interessante perché, oltre ad avere avuto contatti con altri enti, associazioni, organizzazioni di vario genere, pareva proprio che qualcuno si accorgesse per la prima volta che la balbuzie esiste e che per qualcuno può anche rappresentare un problema. Sembrava che andassero a cercare nei meandri più remoti del loro cervello: “già, balbuzie, questa parola devo averla già sentita da qualche parte...”. Una volta realizzato il significato del vocabolo le reazioni sono state le più disparate: c’è chi ha dato un’occhiata e via, chi si è fermato a prendere il materiale, chi ha chiesto informazioni per sé o per un parente, chi è scappato; qualcuno passando ha riso, qualcuno ci ha sorriso, qualcuno si è soffermato per vedere lo stand, i nostri giornali, i nostri libri.
La cosa importante è che ci abbiano visti, riconosciuti, abbiano visto persone sorridenti, che non si vergognavano di sedere in mezzo a mille striscioni con su scritto a chiare lettere la fatidica parola: BALBUZIE.
Le foto e l’intervista a Stefano si trovano sulla pagina di Facebook (Aibacom - Associazione Italiana Balbuzie, Stuttering, Gagueira), a cui possono accedere anche coloro che non hanno un account; le foto si trovano anche su Flickr.
Renata Bertocchi