Suckerfish

Alessandro

Caro Piero, ti scrivo per riassumerti le parole che dissi tra tante difficoltà e sofferenze (ricordi?) a quella riunione dell’Associazione, quando mio padre si stupì che fossi intervenuto e rimase addirittura allibito nel sentire quello che buttai fuori.

È vero, la balbuzie ogni giorno mi colpiva al cuore e ogni giorno stavo male. Certe volte ho pensato di essere uno sfigato, poi mi dicevo che ci sono altri che stanno peggio di me. Certe altre volte ho pensato di uccidermi, perché tanto la mia vita non valeva niente, tutti mi prendevano in giro, nessuno mi ascoltava. Perché avrei dovuto vivere in quelle condizioni?

Se adesso sono migliorato nel parlare e di conseguenza anche nel mio stato d’animo è grazie all’aiuto di voi tutti, dei miei compagni di percorso, ma specialmente di mio padre che dopo allora ha saputo quanto soffrivo, mi è stato vicino e mi ha sempre incoraggiato.

Grazie.

Alessandro, 14 anni,
Urbino, Giugno 1996