Nonostante la balbuzie... (Massimo)
Mi chiamo Massimo e sono un balbuziente di lungo corso. Voglio raccontare una mia recente esperienza che spero sia utile a qualcuno di noi e possa contribuire a dare al problema balbuzie la collocazione che merita.
Ho trentasette anni e balbetto praticamente da sempre. Nonostante questo, un po’ per incoscienza, un po’ forse perché non avevo capito esattamente di cosa si trattasse, dopo essermi laureato ho pensato bene di intraprendere la carriera universitaria. Adesso sono ricercatore presso la facoltà di ingegneria di una università romana.
Ora, i compiti istituzionali di un ricercatore non prevedono espressamente che egli debba tenere dei corsi. Tuttavia, i corsi che sono privi di un professore titolare vengono spesso affidati, per supplenza, ad un ricercatore. L’anno accademico scorso quindi mi è toccato di tenere il corso di Fisica Generale I per Ingegneria Elettronica. Questo significa, in pratica, due ore di lezione ogni giorno, per due mesi, con una platea di circa duecento persone. Credo che non esista situazione più temuta dal balbuziente medio e, in effetti, prima di cominciare il ciclo di lezioni ero molto preoccupato per come avrebbero reagito gli studenti di fronte alla mia evidente balbuzie.
Cominciato il corso, man mano che procedevo con le lezioni mi accorgevo che l’unica cosa che mi preoccupava erano le cose che avrei detto il giorno dopo agli studenti, la sequenza logica degli argomenti, gli esempi più calzanti e significativi. Il problema della fluenza, insomma, occupava un ruolo sempre più marginale. E lo stesso accadeva per gli studenti: erano palesemente molto più interessati alle cose che dicevo piuttosto che a come le dicevo.
Al termine dell’anno accademico, come consuetudine nella nostra facoltà, gli studenti di tutti i corsi hanno avuto modo di esprimere dei giudizi sui loro professori, dando un voto da 0 a 10. Ebbene, non ci crederete (io stesso non ci avrei mai creduto) ma il mio corso, con un bel 8.4 di votazione media, è risultato il più apprezzato tra tutti i corsi del primo anno. La mia soddisfazione, neanche a dirlo, è stata immensa.
Vi ho raccontato tutto questo perché penso che la mia esperienza possa essere di qualche utilità per tutti noi balbuzienti, che spesso siamo molto abili a crearci più problemi di quanti ce ne possano, o ce ne vogliano, creare gli altri. Inoltre, secondo me dimostra come proprio il nostro essere balbuzienti, con tutte le sue implicazioni (quindi anche la nostra insicurezza, il timore del giudizio altrui, il desiderio di ben figurare, ecc) sia spesso uno strumento che ci consente di fare le cose meglio degli altri. Anche in campi, magari, per cui credevamo di essere completamente negati.
Vi saluto affettuosamente,